
NIS 2: cosa fare ora?
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La Direttiva NIS2 (UE 2022/2555) ha rivoluzionato l’approccio alla sicurezza informatica in Europa. L’Italia, con il suo tessuto economico fatto di grandi imprese, PMI strategiche e una Pubblica Amministrazione spesso fragile sul fronte digitale, si prepara a un vero e proprio terremoto normativo.
Sono Eleonora Ranieri, avvocato a supporto di aziende e liberi professionisti, e, in questo articolo, scopriremo chi è coinvolto nella Direttiva NIS2 e perché bisogna agire subito.
Secondo le stime ufficiali del Governo italiano, la NIS2 coinvolgerà direttamente oltre 50.000 soggetti tra aziende private e pubbliche amministrazioni. È un salto importante rispetto alla precedente direttiva NIS (2016/1148), che si applicava solo a poche centinaia di operatori “essenziali”.
Chi sono i 50.000 soggetti coinvolti?
La platea coinvolta in Italia comprende due categorie principali:
- Enti essenziali: soggetti pubblici e privati operanti in settori ad alta criticità (energia, trasporti, sanità, digitale, banche, acqua, infrastrutture critiche, ecc.);
- Enti importanti: soggetti con meno rilevanza strategica ma comunque coinvolti per dimensioni o tipologia di attività (es. fornitori ICT, manifattura, gestione dati, logistica, chimica, ecc.).
Non serve essere una grande azienda: la soglia è fissata in 250 dipendenti o 50 milioni di euro di fatturato, ma anche PMI sotto soglia possono rientrare se operano in settori considerati “a rischio”.
Tra i soggetti coinvolti ci saranno:
- imprese private (manifattura, logistica, servizi IT, sanità, trasporti, energia, ecc.);
- società partecipate pubbliche;
- comuni, aziende sanitarie, università;
- fornitori digitali e cloud provider;
- enti di ricerca e centri di innovazione.
In molti casi, queste realtà non sono preparate ad affrontare l’impatto della normativa.
Un’opportunità per rafforzare l’impresa (o un rischio se ignorata)
La NIS2 non è solo un adempimento normativo, ma un’occasione per rafforzare il business su basi più solide. Investire oggi in:
- sicurezza IT e formazione,
- risk management e business continuity,
- adeguamento contrattuale e assicurativo,
significa non solo mettersi al riparo da sanzioni, ma diventare affidabili sul mercato. In un contesto globale dove le cyberminacce sono sempre più sofisticate, la resilienza digitale è un vantaggio competitivo.
Il ruolo centrale dei consulenti IT e degli avvocati
Per le imprese e gli enti pubblici, non sarà sufficiente una risposta tecnica. Sarà indispensabile un approccio integrato:
- legale,
- organizzativo,
- tecnologico.
La valutazione del rischio, la redazione di policy e procedure, la revisione dei contratti con fornitori e clienti, la formazione dei dirigenti sono ambiti dove il ruolo del consulente legale e del DPO sarà sempre più strategico.
Conclusione: meglio muoversi ora
La NIS2 è già in vigore a livello europeo e nazionale. Alcuni obblighi sono già scattati e molti altri scatteranno entro pochi mesi.
Per questo è fondamentale non aspettare l’ultimo momento. Le imprese e le pubbliche amministrazioni coinvolte devono:
- mappare subito le attività soggette alla NIS2;
- avviare un percorso di adeguamento normativo e tecnico;
- dotarsi di un piano di continuità operativa e risposta agli incidenti;
- nominare le figure chiave e formare il personale.
L’Italia si trova davanti a una sfida senza precedenti sul piano della cybersicurezza. E questa volta, non saranno solo le “grandi” a doversi muovere: la direttiva coinvolge un’intera economia, e chi resta indietro lo fa a proprio rischio e pericolo.
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